Internazionalizzazione negli USA. Qui trovi tutto quello di cui hai bisogno per iniziare.
Internazionalizzare negli Stati Uniti può essere una strategia vincente ma non sempre semplice da realizzare.
Qui trovi un primo set di informazioni disponibili per aiutarti a capire se e come internazionalizzare.
Però ricorda il “fai da te” non ti fa risparmiare. Può sembrare che nel breve periodo si possa risparmiare qualche centinaio di dollari (o di euro). Ma nel medio lungo periodo i problemi che possono derivare da un approccio non specializzato si pagano tutti. Salatamente.
Internazionalizzazione negli USA: l’offerta di prodotto
Riguardo all’offerta di prodotto, l’impresa dovrà decidere se adeguare l’offerta alle esigenze e alle caratteristiche dei mercati esteri, per avvicinarla a quella che sono le loro effettive preferenze, oppure offrire un prodotto di fatto standardizzato da proporre su scala globale.
La strategia competitiva
Per internazionalizzare negli USA bisognerà decidere anche quale strategia competitiva adottare: anche in questo caso potrebbe essere standardizzata o, con le opportune modifiche, diversa di paese in paese.
Localizzazione (o delocalizzazione)
Scelte importanti andranno fatte anche in tema di localizzazione (o di delocalizzazione): si potrà decidere se provare a localizzare in modo più vantaggioso quelli che sono gli stabilimenti di produzione, i centri di distribuzione o i servizi di assistenza.
Vantaggio competitivo
Infine, bisognerà cercare di capire come ottenere, sui vari mercati, il tanto desiderato vantaggio competitivo: affinché ciò avvenga è necessario decidere su come distribuire con la massima efficienza le risorse, le competenze e le capacità dell’impresa tra i vari mercati in cui si vuole essere presenti.
Strategie di internazionalizzazione negli USA: alcune opzioni
Per poter internazionalizzarsi, ogni impresa può decidere di farlo adottando una delle possibili opzioni strategiche individuate per il loro ingresso e sviluppo in altri mercati. Vediamo brevemente le strategie di internazionalizzazione negli USA (ma non solo negli Stati Uniti) attuabili:
• L’esportazione. Essa permette di avvalersi di stabilimenti produttivi nel proprio paese per poi esportare i prodotti in altri mercati. Tale strategia è ottimale per iniziare a internazionalizzarsi, poiché minimizza i rischi e gli investimenti, soprattutto quelli da fare in paesi esteri. Alcuni aspetti, però, la rendono vulnerabile, ovvero se i costi di spedizione sono alti, se i costi di produzione sono più elevati rispetto a quelli degli altri paesi (dove sono presenti i concorrenti) e se vi sono oscillazioni sfavorevoli dei tassi di cambio);
• La concessione di licenze. Sono vantaggiose perchè permettono la valorizzazione del proprio know-how se non si ha la possibilità, in termini di capacità e di risorse, di entrare in un mercato estero, evitando rischi in termini di investimento, soprattutto se si tratta di paesi di cui si conosce poco o sono instabili economicamente e politicamente;
• Il franchising. Tale strategia è particolarmente indicata per l’espansione globale di imprese di servizi e per la vendita al dettaglio. Il Franchisee sostiene la maggior parte dei costi e dei rischi connessi, legati alla creazione di nuovi punti vendita in nuovi mercati, mentre il Franchisor deve solo investire nell’assunzione e nella formazione del personale, oltre al supporto e al monitoraggio degli operatori locali. L’unico svantaggio risiede nella difficoltà ad attuare un efficace ed efficiente controllo della qualità;
Le strategie di più ampio respiro
• Strategia multinazionale. L’azienda che decide di internazionalizzarsi decide di adeguare il proprio approccio competitivo a ogni mercato;
• Strategia globale. Contrariamente all’opzione precedente, l’impresa che opta per l’internazionalizzazione decide di adottare la stessa strategia in tutti i mercati a cui intende accedere;
• Alleanze strategiche o Joint Venture. In particolare, si tratta di accordi di cooperazione con le imprese estere: essi rappresentano uno strumento privilegiato per poter entrare in un mercato estero e per permettere all’impresa di raggiungere una maggiore competitività nei mercati mondiali.
Internazionalizzazione: vantaggi e rischi
Per quanto riguarda i vantaggi che è possibile ottenere, bisogna considera che l’ingresso nei mercati esteri può essere agevolato dall’azione da parte del governo locale. Inoltre, si possono provare a cogliere le potenziali economie di scala legate alla produzione e al marketing e a colmare le lacune di carattere tecnico o legate alla conoscenza dei mercati locali. Inoltre, vi è una vera condivisione delle strutture di distribuzione e delle reti di rivenditori.
Ma occorre far fronte anche ai rischi, che invece possono essere legati al superamento delle barriere linguistiche e culturali, al confronto con pratiche operative diverse e alle difficoltà nei rapporti personali, che possono anche minacciare qualsiasi potenziale accordo su soluzioni profittevoli.
Finanziamenti internazionalizzazione negli USA: supportare questo processo attraverso i finanziamenti agevolati del PNRR
Tramite i Finanziamenti Agevolati messi a disposizione dal PNRR (Piano Nazionale Ripresa e Resilienza) è possibile supportare, con nuove linee di finanziamento, il supporto relativo ai processi di internazionalizzazione e di transizione digitale ed ecologica delle PMI italiane.
In particolare, è possibile finanziare l’internazionalizzazione dell’impresa con uno strumento particolarmente adatto per poter sostenere la sua crescita nei vari mercati esteri. Il tutto tramite dei finanziamenti a tasso agevolato.
Questi serviranno per coprire eventuali spese relative a studi di fattibilità, alla partecipazione a fiere, congressi, mostre e missioni di sistema, all’apertura delle prime strutture commerciali e distributive in territorio estero, alla formazione del personale, allo sfruttamento dei canali e-commerce, alla disponibilità di un Temporary Export Manager e al sostenimento dell’effettiva patrimonializzazione dell’impresa.
Oltre al poter disporre di liquidità a tasso agevolato, è possibile richiedere una quota del finanziamento a fondo perduto, nel limite del 25% e nel limite complessivo di 800mila euro riguardante le agevolazioni pubbliche concesse da Simest, entro gli effettivi limiti posti e previsti dal regime di Temporary Work.
I sette passi per internazionalizzare
Molto importante è anche l’ausilio del portale export.gov.it, che individua i sette passi per avviare l’internazionalizzazione:
1. Preparati a esportare. Bisogna scoprire cosa serve effettivamente per internazionalizzarsi, tra benefici e modalità da attuare per imparare a farlo;
2. Identifica i paesi target. Bisogna trovare i mercati più adatti al business dell’impresa, tramite analisi di mercato. Inoltre, sarà subito fondamentale avere i primi approcci conoscitivi con i finanziamenti agevolati e con le altre iniziative promozionali;
3. Pianifica l’ingresso nel mercato. Per iniziare a muovere i primi passi nei mercati internazionali bisogna identificare clienti e partner esteri, iniziando a partecipare a gare internazionali ma soprattutto finanziando l’ingresso in tali mercati;
4. Promuovi e digitalizza il tuo business. Bisogna iniziare a farsi conoscere anche nell’ambiente estero, promuovendo i propri prodotti e sfruttando i più adatti strumenti digitali;
5. Negozia il tuo contratto commerciale. Bisogna mettere a punto quelli che sono gli strumenti da utilizzare per poter proteggere l’investimento fatto e al contempo migliorare la propria competitività;
6. Gestisci il rischio e la liquidità. Sostanzialmente, è questo il momento in cui mettersi alla prova nei nuovi mercati, accettando le sfide competitive proposte;
7. Continua a crescere. Nell’ottica del miglioramento continuo, bisogna sempre migliorare la propria strategia di internazionalizzazione.
Il prezioso ruolo dei consulenti per favorire l’internazionalizzazione negli USA
Per poter intraprendere le giuste decisioni nel processo di internazionalizzazione, imprenditori e PMI hanno a disposizione un’ulteriore arma, quella della consulenza: il ricorso alla professionalità di alcuni esperti del settore, come quelli di Minding, azienda che dell’internazionalizzazione negli USA ha fatto uno dei suoi driver principali d’offerta, permette di mettere a punto una strategia per internazionalizzarsi sostenibile e con un piano e con dei costi ben definiti.
Approfondimenti
Questo articolo fa parte di una serie di pezzi dedicati ad esplorare a come fare ad aprire una società negli USA.
I link per l’approfondimento su temi correlati a quello che hai appena letto sono a un solo clic da qui.
Perché avviare un’attività negli USA
Come aprire una filiale negli USA
Come aprire una società negli USA
Aprire una LLC negli USA
Esportare negli USA? Se si tratta di prodotti alimentari, prodotti cosmetici, farmaci da banco e dispositivi medici è indispensabile la registrazione FDA.
—
Minding aiuta l’imprenditore a realizzare i propri sogni.
Nati nel 2011 come spin-off di una realtà creata nel 2007 avevamo l’obiettivo di aiutare le aziende a migliorare il rapporto con gli istituti di credito e perseguire un percorso di uscita dalla crisi.
Oggi, dopo più di 10 anni di attività, siamo in grado di aiutare le aziende per una crescita duratura, profittevole, sostenibile e digitale.
Possediamo tutte le capacità operative per potere affiancare le imprese italiane ed accompagnarle in un percorso di crescita, con priorità sui mercati internazionali, costruendo e implementando insieme alle figure chiave aziendali un piano di azione mirato allo sviluppo del business.